Difficile, quasi impossibile calcolare l’estensione di Internet, eppure tutto quello che vediamo e immaginiamo non è che una piccola parte della rete esistente. Immagina un iceberg la cui punta emersa rappresenta solo il 5% (e anche questa è solo una stima ipotetica) della reale dimensione del web.
Ok ma in cosa consiste il restante 95%? Reti governative e militari, reti criminali e terroristiche, siti illegali di commercio elettronico, reti dedicate alla pedo-pornografia, al commercio di armi, droga, esseri umani e di dati sensibili.
L’accesso a questo universo di contenuti non avviene attraverso una normale connessione ad internet ma tramite software particolari che garantiscono l’anonimato degli utenti e una sostanziale impunità.
Già.. e allora? Perché hai deciso di parlarmi di questo oscuro argomento?
Ora ti spiego il collegamento.
Devi sapere che i dati sensibili che vengono trafugati ad aziende, banche, istituzioni, finiscono proprio lì. Esiste infatti un mercato dove, per 20 euro, eserciti di Dart Fener possono acquistare numeri identificativi di carte di credito, con la data di scadenza e il codice CVV, quello che si trova sul retro. Pagando più o meno il doppio si può comprare ciò che in gergo è chiamato ‘Fullzinfo’, una serie completa di dati della vittima. A essere mesi sul mercato saranno infatti il domicilio, il numero di previdenza sociale, addirittura il nome dei familiari. Nel pacchetto è compreso anche tutto ciò che attiene a codici e password per accedere ai servizi online o ai bancomat.
Insomma, ogni volta che una banca dati viene violata i dati sensibili finiscono nel mercato nero del dark web e da lì nelle mani di personaggi con i quali non condivideresti neppure un caffè (figuriamoci il tuo conto corrente!!).
Ora che lo sai, la domanda è: “Come posso difendermi da questo pericolo?”
Purtroppo la spada laser sulle teste dei tuoi figli non è una soluzione. Tutto ciò che puoi fare oggi di concreto è proteggere i dati in tuo possesso applicando (almeno) le misure minime di sicurezza previste dalla privacy (io se fossi in te penserei di fare anche qualcosa in più) e sperare che chi detiene i tuoi mantenga anch’esso alto lo scudo protettivo.
Che la forza sia con te (sempre).
More privacy, Smart privacy!